Il crypto Staking raddoppierà entro il 2021 secondo una recente analisi, e la nicchia potrebbe presto coinvolgere anche investitori accreditati.
Lo staking nel mondo delle criptovalute è la possibilità di ottenere interessi dal crypto asset posseduto se quest’ultimo partecipa nel garantire sicurezza al sistema decentralizzato di riferimento.
Il crypto staking è quindi un compenso per chi attivamente partecipa alla “vita” della community che gravita intorno ad un progetto blockchain.
Ora Staked.us ha pubblicato un report con cui analizza lo stato del crypto staking e ne fa una proiezione verso il prossimo futuro.
Secondo questa analisi lo staking dovrebbe raddoppiare, e raggiungere i 18,9 miliardi di dollari in ricompense elargite entro la fine del 2021, con un incremento del +89%.
Mentre dovrebbero raggiungere i 450 miliardi di capitalizzazione i crypto asset vincolati, con un incremento del +151%. L’average yield (weighted) stimato è del +9%.
Secondo questa ricerca, partecipare allo staking della criptovaluta o del token che si possiede, è meglio del possederlo per venderlo in data futura (metodo del cassettista).
Per Staked.us, chi fa staking incassa tra il +4% e il +34% in un solo trimestre, rispetto a chi possiede la classe di attività in una condizione passiva (ad esempio presso un servizio di custodia, o sul wallet personale).
Ciò a cui si assiste è ad un cambio di paradigma nella finanza e nel web. Da un lato la finanza si decentralizza grazie a piattaforme come le DAO (Decentralized Autonomous Organization) ed i DEX (Decentralized Exchange) ed ancora grazie agli AMM (Automated Market Maker); dall’altro lato il web si trasforma aggiungendo un nuovo mondo: il Web 3.0.
Da un lato, la finanza decentralizzata (DeFi) e dall’altra un Web che evolve verso una nuova forma di fruizione dove l’utente non è più solo un consumatore, ma è anche un produttore o quanto meno anche un beneficiario di una parte delle ricchezze che i servizi producono.
In questa dimensione, la persona non è un mero consumatore da spremere, ma prosumer, un creatore/consumatore, un investitore/consumatore.
Ecco perché il crypto staking assume in questa nuova visione un supporto vitale per i singoli progetti, mentre per l’investitore si traduce in un guadagno di interessi che nessuna banca è in grado di offrire, in particolare in questo momento di tassi di interesse negativi.
Staked.us, a breve avvierà un suo fondo per il crypto staking chiamato Staked ETH Trust. Tale fondo sarà riservato ad investitori accreditati e investirà esclusivamente nello staking di ether (ETH).
Come noto con l’avvio della prima fase di Ethereum 2.0, è ora possibile fare lo staking di ether (ETH) vincolando i propri ETH.
Questa informazione fa comprendere che anche lo staking sta maturando ed assumendo una posizione di autorevolezza nel più ampio comparto delle criptovalute.
Lo staking, già adesso, e anche nei prossimi anni, potrebbe offrire ciò che le banche non sono più in grado di dare: interessi sulle somme depositate.
Ovviamente il crypto staking nasconde dei rischi legati alla validità del progetto, alle vulnerabilità note e non note del software e alla volatilità del crypto asset di cui si fa lo staking.
Altro particolare che l’analisi fa notare, riguarda la PoS dominance, ovvero il peso che i token basati su piattaforme decentralizzate PoS hanno in termini di capitalizzazione di mercato rispetto al bitcoin (BTC).
Inoltre si fa notare che lo staking in un singolo trimestre ha fatto registrare un guadagno extra passato da 3,87 USD a 33,67 USD su 6 asset presi come riferimento dal report. Ovviamente ciò è dovuto anche all’aumentato valore dei prezzi dei singoli crypto asset presi come target, in questo periodo.
Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.