Chainlink e la finanza decentralizzata (DeFi) raggiungono un nuovo record storico di valore: 11,7mld USD. Ma è tutto oro quello che luccica?
Questo è il momento della finanza decentralizzata (DeFi) e in particolare di Chainlink, il cui token LINK ha raggiunto il record storico di 13,6 USD di valore, per un capitale di mercato che si aggira intorno ai 4,76 miliardi di dollari USA, che ne fanno la sesta altcoin per market cap. Alto anche il volume di scambio nelle 24 ore con 3 miliardi di USD (dati CoinMarketCap).
Ma è l’intero mercato della Decentralized Finance ad essere sui massimi storici in termini di valore, nel complesso i token che alimentano le varie piattaforme e progetti valgono 11,7 miliardi di USD.
Se compariamo il market cap della DeFi al market cap di Ethereum, troviamo un rapporto del 26,5%, quindi la finanza decentralizzata rappresenta più di un quarto della capitalizzazione di mercato di ETH che da solo vale 44,3 miliardi di USD.
Scorrendo ancora i dati statistici sulla DeFi forniti da Coingecko, notiamo che essa ha una dominanza del 3,2% rispetto all’intero mercato globale dei crypto asset. In confronto la dominance di bitcoin è del 60,7% e quella di ETH del 12,29%. Chainlink ha una dominance dell’1,36% riporta invece CoinMarketCap.
Secondo quanto citato da Decrypt, che si rifà ai dati di un tweet comparativo. Il volume di scambio di LINK, sull’exchange di criptovalute Coinbase, ha superato quello di BTC. Rispettivamente: 145 milioni contro 95 milioni di USD di scambi giornalieri.
Anche su Binance vi sarebbe una parità nei volumi di scambio tra il token di Chainlink e la criptovaluta bitcoin.
DeFi significa prendere a prestito, dare in prestito e conservare valore nella forma di criptovalute e di token attraverso piattaforme decentralizzate dedicate.
Attraverso le piattaforme decentralizzate come Compound e Maker, le persone possono prendere a prestito senza dover attendere l’autorizzazione preventiva di nessuno. Ovviamente non è tutto gratis, bisogna possedere criptovaluta (ETH in particolare) da vincolare come collaterale a garanzia del prestito richiesto e ci sono comunque degli interessi da pagare. Tuttavia qui chiunque può chiedere un prestito.
Inoltre chi possiede criptomoneta si può trasformare in prestatore come se fosse una finanziaria e ne riceverà in cambio interessi. Un investimento non privo di qualche rischio.
DeFi Pulse ci dice che nella finanza decentralizzata vi sono attualmente 4,72 miliardi di USD di valore investiti o meglio: locked.
Maker risulta la piattaforma maggiormente utilizzata e domina il settore per il 29,77% con 1,41 miliardi di USD vincolati. Al secondo posto Compound con 827,8 milioni di USD vincolati, segue Synthetix con 663,1 milioni di USD.
Questa nicchia all’interno del settore dei crypto asset è cresciuta vorticosamente negli ultimi mesi e nelle ultime settimane ha accelerato ancora di più.
DeFi Pulse ce lo dice chiaramente, a giugno vi era un solo miliardo di USD vincolato e ora già siamo a quasi 5 miliardi in poco più di due mesi.
Il rischio di una bolla esiste e non deve essere sottovalutato da chi prende a prestito da tali piattaforme e non deve essere sottovalutato ancor più da chi presta.
Quali motivazioni spingono molti a vincolare fondi nelle piattaforme decentralizzate? Deve essere visto solo come una opportunità di guadagno “facile” di una rendita passiva? Oppure la crisi pandemica ha spinto i non bancabili a rivolgersi a queste piattaforme per ottenere quei prestiti che nessuna banca o finanziaria gli autorizza?
Non crediamo siano domande banali, ma dare risposte non è semplice perché richiederebbero indagini scientifiche di ampio respiro.
Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.