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Borse europee a picco su timori variante Coronavirus: c’è da temere?

Da:
Fabio Carbone
Aggiornato: Dec 21, 2020, 09:34 GMT+00:00

Borse europee a picco sui timori della nuova variante del Coronavirus Sars-CoV-2 scoperta nel Regno Unito. Cosa c’è da temere?

borse europee

In questo articolo:

Quando la paura si impadronisce dei mercati finanziari non c’è algoritmo che tenga, la psicologia umana prende il sopravvento (leggasi Finanza comportamentale). E così accade che alla riapertura dei mercati borsistici europei l’Eurostoxx 600 cede il -1,75% sui timori della variante “inglese” del Coronavirus SarsCoV-2, il FTSE 100 alla Borsa di Londra perde il -1,42%, il FTSE MIB a Piazza Affari è negativo addirittura del -2,20% a mezz’ora dall’apertura dei mercati.

Anche il DAX 30 a Francoforte cede il -1,94% in apertura di settimana e lo stesso fa il CAC 40 da Parigi che impaurito come gli altri principali indici europei cede il -2,16%.

Proseguendo tra le borse europee, voliamo a Madrid dove l’indice IBEX 35 cede il -2,37% ed è al momento il peggiore in Europa. A Lisbona l’indice PSI 20 cede il -2,13% e il BEL 20 di Bruxelles cede invece il -1,56%.

Non è finita, perché anche la Borsa di Amsterdam si fa prendere dalla paura scatenata in Europa dalla nuova variante del Coronavirus e così l’indice va in rosso del -1,43%. Non si salva neanche l’indice SMI a Zurigo che perde il -0,88%.

La variante del coronavirus è un rischio sistemico?

Domenica 20 dicembre il ministro della Salute britannico ha dichiarato che la variante di Sars-CoV-2 scoperta, è “fuori controllo” nel Regno Unito e che va riportata in controllo con misure di contenimento severe, perché è il 70% più trasmissibile.

Da qui la chiusura delle frontiere aeree con il blocco agli arrivi dei voli aerei provenienti dal Regno Unito. Ordinanze con effetto immediato sono state emesse dalle autorità preposte di Italia, Paesi Bassi, Francia, Germania, Irlanda.

Il ministro della Salute italiano Roberto Speranza ha chiesto agli scienziati italiani di verificare se in Italia la variante è già presente e un caso sarebbe già stato rilevato.

Ovviamente a preoccupare è anche il blocco che la Francia sta imponendo non solo alle persone, ma anche alle merci che dovrebbero entrare nel Regno Unito come testimonia il Daily Mail.

Tuttavia ciò che emerge è innanzitutto che il virus non è più mortale di prima, ma ha solo modificato una sua “componente” che lo rende più rapido nel trasmettersi da una persona all’altra. Non avrebbe quindi modificato la sua pericolosità: non è più letale di prima.

Inoltre la variante del virus non è detto che si sia originata in Gran Bretagna, perché l’OMS ha dato notizia che è stata rinvenuta anche in Australia, Danimarca e Paesi Bassi. Ma è anche vero che l’Australia fa parte del Commonwealth e ha stretti contatti con lo UK.

Per quanto riguarda poi l’efficacia del vaccino, i primi rilievi non mostrano che questa variante possa inficiare il vaccino che solo da poche settimane viene somministrato ai primi sanitari e cittadini volontari in tutto il mondo.

Una situazione critica non c’è dubbio

Ad allarmare i mercati ovviamente una situazione molto critica, con lockdown generalizzati nelle maggiori potenze economiche europee, tra cui la città di Londra, la Germania, l’Austria, e l’Italia con un Natale e un ultimo dell’anno da trascorrere in lockdown.

Preoccupa, ulteriormente, l’enorme incertezza sulla Brexit e il no-deal che Unione Europea e Regno Unito sembrano intenzionate a non far materializzare. Tuttavia l’accordo non si è ancora trovato e intanto alla frontiera in ingresso e in uscita dal Regno Unito da giorni si sono formate code chilometriche di autotreni che portano scorte di merci.

Il timore delle imprese britanniche è che dalla mezzanotte dell’1 gennaio 2021 scattino dazi sulle merci. Anche se il Regno Unito, unilateralmente, ha detto che per 6 mesi no ci saranno controlli alla frontiera.

Una situazione complessa che ha fatto regredire ancora una volta la sterlina, scambiata al momento a 1,08688 euro.

Sull'Autore

Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.

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