Bitcoin come cura contro l’inflazione negli USA e non solo, questa è la visione dell'investitore miliardario Stanley Druckenmiller.
Parlando a Cnbc ‘The Exchange’, l’investitore miliardario americano Stanley Druckenmiller ha affermato che l’inflazione negli Stati Uniti d’America è destinata a salire nei prossimi 5 o 6 anni data la massiva cura stimolante attuata dal Federal Reserve System (Fed) attraverso il riacquisto massiccio di titoli di stato.
Per tale motivo egli vedrebbe bene in un portafoglio ben proporzionato la presenza dell’oro, ma anche del bitcoin come asset di protezione contro le potenziali pressioni inflazionistiche.
Stanley Druckenmiller, fondatore del fondo di gestione Duquesne Capital, che al momento della chiusura (agosto 2010) gestiva 12 miliardi di USD in asset, ha anche affermato che le società di estrazione mineraria come Rio Tinto, Freeport-McMoRan e BHP potrebbero beneficiare della situazione.
L’estrazione mineraria nel mondo delle criptovalute è un termine familiare, perché utilizzato come metafora per il mining delle criptomonete come BTC.
Fuor di metafora, quel che appare chiaro è che un miliardario in pensione, o quasi, come Stanley Druckenmiller ha appoggiato le criptovalute e in particolare il bitcoin, considerandolo uno scudo contro l’inflazione, ovvero una riserva di valore.
Ma in realtà il miliardario ha detto anche di più, e cioè che egli possiede bitcoin, ovvero che ha investito in crypto asset. Ed ha spiegato che personalmente crede che bitcoin sia migliore dell’oro semplicemente perché il mercato BTC è illiquido. Certo a questa affermazione va aggiunto che a causa di questa illiquidità, BTC è soggetto ad ampia volatilità che può condurre il trader anche ad ampie perdite, tuttavia Druckenmiller è noto per le sua strategia di trading basata sui future con leva.
E che bitcoin possa essere ai tempi dell’era digitale migliore dell’oro, lo ha ricordato anche l’amministratore delegato di MicroStrategy (MSTR) Michael Saylor. Secondo Saylor l’oro usa un approccio antiquato alla conservazione del valore, mentre il bitcoin è milioni di volte migliore, ha affermato partecipando alla conferenza virtuale organizzata da Coindesk ‘Bitcoin for Advisors’.
Ciò che traspare dalle strategie dell’ex asset manager del Quantum Fund di George Soros e dalla strategia di MicroStrategy, è che il dollaro non è il presente e il prossimo futuro delle loro strategie di investimento.
E va notato che Stanley Druckenmiller è anche un investitore nelle valute, quindi conosce bene il settore.
Saylor dal canto suo fa notare che l’M2 money supply (la somma dei contanti fisici, conti correnti di risparmio ecc.), è cresciuto negli ultimi 10 anni solo del 5,5%, e si domanda come sia possibile sopravvivere con una strategia di tesoreria che ti fa maturare così poco in un decennio.
Per mantenere il tuo potere di acquisto, afferma Saylor, hai bisogno di un guadagno ben più ampio.
Ed è qui che entra in gioco il settore delle criptovalute per Saylor, una nuova miniera d’oro che in prospettiva potrebbe fruttare molto affermandosi esattamente perché visto come settore nuovo e quindi in grado di generare quegli alti profitti tipici di un settore giovane, e che ha ancora moltissimo da dare prima di esaurirsi.
Anche il miliardario investitore Stanley Druckenmiller crede in bitcoin, chi sarà il prossimo?
Nell’attesa di saperlo registriamo la notizia che Biden ha confermato, nel suo gruppo di esperti per la transizione e il passaggio di poteri sotto la sua nuova amministrazione, tre nomi che hanno legato le loro ricerche e il loro lavoro al settore delle criptovalute.
Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.