AstraZeneca sospende i test del candidato vaccino, quali sono le conseguenze per gli investitori e la corsa al vaccino per Sars-CoV-2.
AstraZeneca ha dovuto sospendere la sperimentazione dei test sul suo candidato vaccino in fase di sviluppo con la Oxford University, poiché un paziente a cui è stato somministrato ha sviluppato una reazione avversa.
Questa notizia ha fatto perdere al titolo azionario di AstraZeneca (AZNCF) alcuni punti percentuali di valore e agitato un po’ i mercati sull’ipotesi che ciò possa verificarsi anche con altri candidati vaccini la cui società è quotata in Borsa. Ad esempio la statunitense Moderna Inc. (MRNA).
Gli investitori quindi tremano un po’, anche se le borse europee non ne hanno risentito in queste prime ore di apertura di giornata. Tuttavia ci sono alcune considerazioni di cui tenere conto alla luce di quanto accaduto, in particolare se come investitori si è scelto di investire nelle società quotate in borsa che hanno in corso lo sviluppo di un candidato vaccino.
Anzitutto il caso di AstraZeneca e dello stop temporaneo alla sperimentazione porta alla luce che non è inusuale che venga fermata la sperimentazione su un candidato vaccino o più in generale su un farmaco: il candidato vaccino aveva già subito degli stop.
Accade anche con altri vaccini, solo che questa volta il vaccino contro il nuovo coronavirus è sotto una attenzione mediatica mai verificatasi prima per nessun altro farmaco o vaccino.
Inoltre le fughe in avanti da parte di alcuni leader politici o di alcuni governi che si sono affrettati a brevettare il proprio vaccino prima che superasse i test di Fase 2 e 3, possono confondere l’investitore che solo da poco si è avvicinato a questo settore.
I vaccini seguono protocolli consolidati nella prassi e il fatto che AstraZeneca si sia fermata subito non è un punto a sfavore, ma a favore della sua trasparenza e serietà. Bisogna piuttosto avere paura assurda di investire in quelle imprese che dicono di avere già il vaccino in tasca, quando sono poco trasparenti nel pubblicare evidenze scientifiche sui risultati dei test.
Vi è una crescente tensione politica negli USA con Trump che spinge affinché prima delle elezioni presidenziali di novembre si arrivi a un vaccino.
Allo stesso tempo altre superpotenze come la Russia e la Cina bramano di arrivare prime per guadagnare un indubbio vantaggio di immagine, storico, economico.
Il vaccino per il Sars-CoV-2 è un affare economico senza precedenti nella storia.
Ma la realtà scientifica dice qualcosa di diverso, ci vuole del tempo per produrre un vaccino sicuro.
Big Pharma è intervenuta con un comunicato ufficiale per affermare che non ci sarà da parte loro nessuna corsa al vaccino e che sarà invece seguita la deontologia.
La dichiarazione è stata firmata anche da AstraZEneca, BioNtech, GlaxoSmithKline, Johnson&Johnson (JNJ), Merck, Moderna, Novavax, Pfizer (PFE) e Sanofi. Tutte le maggiori società che lavorano alla produzione di un vaccino.
Tuttavia le varie imprese hanno già avviato le procedure per iniziare la produzione di massa di quelli che per ora sono solo candidati vaccini.
La strategia è di ricevere dati confortanti dalle fasi di sperimentazione sull’uomo e di avviare la produzione prima di ricevere l’autorizzazione alla commercializzazione. Se qualcosa dovesse andare storto le dosi verranno distrutte e buttate, tanto sono i governi ad aver messo i fondi per la ricerca e la produzione.
Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.