Il prezzo del petrolio greggio WTI ha accusato un forte colpo dopo i dazi di Trump e l'aumento dell'offerta dell'OPEC+. In ripresa il gas naturale.
Il prezzo del petrolio greggio ha subito un grave contraccolpo con i dazi di Trump, che minacciano anche la produzione globale e dunque la domanda delle materie prime energetiche. Il ribasso si è spinto fin quasi i minimi relativi di 65 dollari al barile, e potrebbe certamente proseguire fino alla chiusura settimanale di quest’oggi.
Il gas naturale, invece, si è spinto fin sopra quota 4 dollari tondi dopo una nuova ripresa nella giornata di ieri. Per questa materia prima, la tendenza non è ancora molto chiara e le possibilità di arretramento sono sempre dietro l’angolo. Il target di 4 dollari continua a rappresentare il baricentro delle quotazioni.
Precisamente, oggi al momento della scrittura, il petrolio greggio WTI segna 66,05 dollari al barile e il gas naturale passa di mano a 4,102 dollari.
Il prezzo del petrolio greggio WTI ha toccato i minimi mensili e potrebbe ora sfondare la linea difensiva intermedia di 66 dollari per spingersi verso il target successivo di 65 dollari, passando per i supporti intermedi a 65,75 e 65,2 dollari.
Il forte ribasso è stato causato sia dai dazi di Trump che minacciano i commerci globali che dall’inatteso incremento dell’offerta di petrolio da parte dell’OPEC+, in un contesto in cui si prevedono già consumi inferiori.
Il fragile supporto attuale di 66 dollari potrebbe presto cedere e tutti gli indicatori tecnici confermano la debolezza della materia prima.
L’eventuale ripresa partirebbe solo da un ritorno sulla fascia laterale che inizia a 68 dollari al barile e si estende fino ai 70 dollari. Rialzi fin sopra questo secondo valore, in pieno territorio bullish, appaiono adesso poco plausibili. I segnali di recupero più chiari sarebbero rappresentati da un ritorno sopra l’EMA a 50 e a 200 periodi, che coincidono intorno ai 69 dollari tondi.
Per i futures sul gas naturale, invece, all’iniziale capitombolo ha fatto seguito una discreta ripresa fino al livello attuale di 4,10 dollari circa. Il prezzo si sta mantenendo sopra l’EMA a 50 e a 200 giorni, confermando un momentum lievemente rialzista.
Un’estensione dei rialzi fin sopra i 4,2 dollari confermerà la tendenza attuale e permetterà al gas naturale di costruire un canale rialzista ancor più solido, con prospettive per un ritorno nei pressi dei massimi relativi a 4,5 dollari. Tuttavia, non possiamo non segnalare una forte pressione ribassista esercitata proprio sul supporto/pivot a 4 dollari tondi.
Già fino alla giornata di ieri, il prezzo ha tentato di spingersi sotto questa soglia e nuovi tentativi potrebbero susseguirsi già in giornata. In caso di break-out ribassista sotto i 4 dollari tondi, i supporti successivi si troverebbero a 3,9 e 3,83 dollari.
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Alberto Ferrante è un editorialista finanziario specializzato in mercati valutari, materie prime e criptovalute. Dopo aver completato gli studi in economia, ha iniziato a scrivere per diverse testate, approfondendo temi legati ai mercati internazionali. Dal 2018 collabora con FX Empire, inizialmente curando una rubrica sulle analisi premarket in Europa. Nel tempo, il suo focus si è ampliato all’analisi tecnica dei principali asset finanziari, con particolare attenzione alle dinamiche dei cambi valutari, delle materie prime e delle criptovalute.Come Managing Editor di FX Empire Italia, monitora da vicino l’evoluzione dei mercati, combinando un approccio tecnico con l’analisi macroeconomica per offrire agli investitori una visione chiara e approfondita delle tendenze globali.