Il prezzo del petrolio greggio WTI arretra sotto i 70 dollari cedendo i recenti rialzi e il gas naturale si approssima ai 3,5 dollari.
Il prezzo del petrolio greggio WTI non è riuscito a mantenersi sopra i 70 dollari e ha confermato, ancora una volta, le forti difficoltà ad archiviare anche solo un timido recupero. Con la resistenza a 70 dollari sempre più solida, le possibilità di un ritorno verso gli obiettivi rialzisti di 72 e 73,5 dollari si fanno sempre meno concrete, almeno per il brevissimo termine.
Il gas naturale ha invece segnato nuovi rialzi, come previsto, avvicinandosi a rapidi passi verso la resistenza principale di 3,5 dollari. Questo target di prezzo si trova in pieno territorio rialzista e la sua conquista potrebbe rappresentare una tappa fondamentale del movimento rialzista in corso. Attenzione però ai ritracciamenti, che potrebbero scattare in qualunque momento.
Intanto, mentre scrivo, il prezzo del petrolio greggio WTI segna esattamente 69,13 dollari al barile e il gas naturale passa di mano a 3,448 dollari.
Il prezzo del petrolio greggio WTI si è ritirato dalla resistenza di 70 dollari ed è rientrato nell’area di stagnazione precedente, delimitata tra i 68 e i 69,5 dollari al barile.
In questa fascia di prezzo la materia prima si mostra arenata in attesa di nuovi stimoli rialzisti, in un contesto in cui la debolezza della domanda cinese si è infine imposta sui rialzi speculativi causati dagli sviluppi del conflitto in Medio Oriente, che avevano regalato una maggiore vitalità al mercato.
Per la settimana in corso, non si possono escludere nuovi tentativi di ripresa, tutti limitati all’area tra i 70 e i 70,5 dollari al barile, salvo sorprese. Lo scenario ribassista continua però ad attirare l’attenzione e nuovi arretramenti del petrolio greggio potrebbero farlo slittare sul limite inferiore della fascia laterale, a quota 68 dollari.
Da qui, nuovi ribassi potrebbero causare un test dei recenti minimi relativi in area 66 dollari al barile.
Dopo una saggia pausa di consolidamento, il gas naturale si è trovato nelle condizioni di superare anche la resistenza di 3,4 dollari al barile e ora si appresta a testare il target successivo di 3,5 dollari, passando per le resistenze intermedie di 3,44 (valore attuale) e 3,48 dollari.
Sul livello principale potremmo attenderci una nuova pressione ribassista, agevolata dalle prese di profitto dopo i rialzi del +15% in una settimana. Se però il petrolio greggio dovesse riuscire a insistere sull’uptrend senza cedimenti, allora possiamo già fissare nuovi livelli di resistenza a 3,55 e 3,58 dollari.
Di contro, gli arretramenti potrebbero far scivolare il prezzo fin sotto il target di 3,35 dollari, ma ritengo che i supporti a 3,2 e 3,28 dollari possano limitare le perdite.
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Alberto Ferrante è un editorialista finanziario specializzato in mercati valutari, materie prime e criptovalute. Dopo aver completato gli studi in economia, ha iniziato a scrivere per diverse testate, approfondendo temi legati ai mercati internazionali. Dal 2018 collabora con FX Empire, inizialmente curando una rubrica sulle analisi premarket in Europa. Nel tempo, il suo focus si è ampliato all’analisi tecnica dei principali asset finanziari, con particolare attenzione alle dinamiche dei cambi valutari, delle materie prime e delle criptovalute.Come Managing Editor di FX Empire Italia, monitora da vicino l’evoluzione dei mercati, combinando un approccio tecnico con l’analisi macroeconomica per offrire agli investitori una visione chiara e approfondita delle tendenze globali.