Il prezzo del petrolio greggio WTI continua a muoversi sui minimi relativi a 68 dollari al barile e il gas naturale potrebbe invece sfondare i 3 dollari dopo la fase di accumulazione ancora in corso.
Ancora nessuna sorpresa per il prezzo del petrolio greggio WTI che viene scambiato sul supporto a 68 dollari al barile. Il calo attuale si presenta sulla misura del -5% e il contesto tecnico di breve termine rimane immutato.
Il prezzo del gas naturale, invece, passa di mano in prossimità della resistenza dei 3 dollari tondi. In caso di break-out rialzista, il gas naturale potrà finalmente toccare i nuovi massimi e imporsi in uno scenario rialzista di breve termine.
Intanto, oggi al momento della scrittura, il petrolio greggio WTI segna esattamente 68 dollari al barile e il gas naturale passa di mano a 2,958 dollari.
Il prezzo del petrolio greggio WTI viene scambiato in calo sui 68 dollari al barile e non pare propenso a invertire la sua tendenza di breve termine. Per un recupero efficace, sarebbe infatti necessario quantomeno un ritorno sopra i 70 dollari, e, da lì, un allungo sulle resistenze intermedie a 71,12 (EMA a 50 giorni) e 72 dollari al barile.
Considerando però la forte pressione ribassista sempre presente sul mercato, eviterei di estendere le analisi rialziste oltre i 72 dollari. I rischi di nuovi pull-back sono sempre dietro l’angolo, così come i minimi relativi di 66,6 dollari.
Infatti, dopo l’addossamento sul supporto di 68 dollari, il prezzo del petrolio greggio WTI potrebbe adesso scivolare oltre questo target e spingersi sui supporti intermedi successivi. Prima dei minimi già citati, potremmo individuare a 67,5 e 67,2 dollari al barile i supporti intermedi successivi.
Il gas naturale passa di mano in territorio rialzista e continua a muoversi verso la resistenza a 3 dollari. Nonostante l’evidente inizio di una fase di accumulazione, la commodity potrebbe continuare a mostrare incertezza intorno alla resistenza, senza riuscire a sfondarla.
Per la giornata odierna, salvo sorprese, mi attendo dunque un proseguimento della fase di accumulazione fino ai 2,98 dollari, con possibilità di lievi arretramenti anche fino ai supporti di 2,92/2,90 dollari. Arretramenti più ampi di così metteranno a rischio la tenuta dell’impianto rialzista e potrebbe causare un primo ritracciamento verso i minimi settimanali di 2,65 dollari.
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Dopo la laurea in Economia Aziendale a Catania inizia a scrivere per diverse testate, prevalentemente di cultura, tecnologia ed economia. Con stretto riferimento alla collaborazione con FX Empire, iniziata nell’Aprile del 2018, ha curato una rubrica su analisi di premarket in Europa, prima di concentrarsi su analisi tecnica di materie prime, cambi valutari e criptovalute.