Il prezzo del petrolio riparte pressoché stabile e il gas naturale ritorna al rialzo verso i 3,45 dollari in questa apertura settimanale.
Il prezzo del petrolio greggio WTI ha infine chiuso la scorsa settimana in forte calo, cedendo nel complesso un -4% abbondante. Perduto il supporto a 72 dollari, la commodity potrebbe proseguire la sua discesa fino ai 70 dollari al barile e persino oltre, se la pressione ribassista dovesse proseguire.
Anche i futures sul gas naturale hanno mostrato un deciso calo in chiusura, ma in questo caso la commodity è riuscita a mantenere il supporto a 3,3 dollari. L’andamento tecnico di breve termine sarà deciso dalla reazione del mercato sul livello intermedio attuale di 3,40 dollari.
Intanto, oggi al momento della scrittura, il petrolio greggio WTI segna 71,56 dollari al barile e il gas naturale passa di mano a 3,431 dollari, nuovamente in rialzo.
Il prezzo del petrolio greggio potrà misurarsi con il supporto tondo a 70 dollari già nel corso di questa settimana. Un effettivo break-out ribassista sotto questo target aprirebbe la strada a uno scenario più spiccatamente ribassista, con proiezioni fino ai livelli di 69,2 e 68,5 dollari al barile.
Raggiungere questi valori significherebbe per il petrolio greggio WTI chiudersi in un intervallo da cui sarebbe molto difficile sgusciare fuori. Per evitare un ritorno su questi minimi, il petrolio greggio dovrà riuscire ad allontanarsi dal supporto di 70 dollari per ritestare i target di 72 e se possibile 73,5 dollari al barile.
Nuove sanzioni in Iran dopo le recenti tensioni geopolitiche e l’incremento dei prezzi della Saudi Aramco per i clienti asiatici potrebbero sostenere in parte la ripresa del petrolio greggio, ma l’incognita principale è rappresentata dalla guerra dei dazi già avviata tra USA e Cina.
In un contesto tanto volatile, limitare le nostre previsioni a due intervalli di prezzi rigidi e definiti risulta complesso. Per il momento, mi sento però di fissare a 68,5 dollari il supporto principale e a 73,2/73,5 dollari la resistenza di brevissimo termine. Un allungo stabile e duraturo verso i 75 dollari mi pare poco plausibile.
Il prezzo del gas naturale dovrà affrontare le medesime sfide legate alla guerra dei dazi. Per questa commodity, alcuni livelli tecnici ci permettono però di tracciare una previsione più chiara.
Partiamo con la resistenza a 3,5 dollari tondi, non ancora spezzata e nemmeno testata in maniera approfondita. Il prezzo si è spinto solo sopra i 4,2 dollari, prima di arretrare in maniera significativa nella scorsa settimana. Appare però evidente come la spinta attuale sia rivolta a un consolidamento appena sotto la resistenza sopra citata; la rottura di questo target a 3,5$ potrebbe aprire le porte a un graduale allungo fino ai 3,8 e 4 dollari.
I supporti per il gas naturale si trovano invece a 3,28 e 3,2 dollari, ma in caso di break-out ribassista non si può escludere un ritorno fin sotto il target di 3 dollari tondi, ai minimi da oltre un mese.
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Alberto Ferrante è un editorialista finanziario specializzato in mercati valutari, materie prime e criptovalute. Dopo aver completato gli studi in economia, ha iniziato a scrivere per diverse testate, approfondendo temi legati ai mercati internazionali. Dal 2018 collabora con FX Empire, inizialmente curando una rubrica sulle analisi premarket in Europa. Nel tempo, il suo focus si è ampliato all’analisi tecnica dei principali asset finanziari, con particolare attenzione alle dinamiche dei cambi valutari, delle materie prime e delle criptovalute.Come Managing Editor di FX Empire Italia, monitora da vicino l’evoluzione dei mercati, combinando un approccio tecnico con l’analisi macroeconomica per offrire agli investitori una visione chiara e approfondita delle tendenze globali.