Il prezzo del petrolio greggio WTI passa di mano sotto i 73 dollari al barile e il gas ha rimontato dopo il test dei 3 dollari tondi, rimanendo comunque sotto pressione.
Il prezzo del petrolio greggio WTI ha ceduto terreno ulteriormente, portandosi adesso su nuovi minimi settimanali nella fascia di prezzo di 72,7 dollari al barile. Una volta superato stabilmente il supporto di 73,5 dollari, l’obiettivo successivo è chiaramente il target di 72 dollari tondi.
Il gas naturale, invece, è riuscito a schivare il break-out ribassista sotto i 3 dollari con un repentino rimbalzo, che non pare tuttavia sufficiente a fermare la pressione sulla commodity. Nuovi arretramenti potrebbero costringere il gas a un altro test dei 3 dollari tondi già nella chiusura weekly odierna.
Precisamente, oggi al momento della scrittura, il petrolio greggio WTI segna 72,71 dollari al barile e il gas naturale passa di mano a 3,172 dollari.
Il prezzo del petrolio greggio WTI viene scambiato ancora in territorio ribassista e senza una rapida ripresa finirà quasi certamente per appiattirsi fino al supporto di 72 dollari al barile. Si tratta dell’ultimo target ribassista di rilievo prima dei 70 dollari tondi, sui minimi del 20 Dicembre.
Per evitare i ribassi, il prezzo del petrolio greggio dovrà tentare di mantenersi sopra le due EMA a 50 e a 100 giorni, posizionate esattamente a 72.82 e 72,64 dollari. Un ritorno sopra questi valori quasi coincidenti comporterebbe una ripresa in grado di riportare il WTI sul precedente supporto (ora resistenza) di 73,5 dollari al barile. Da qui non stupirebbe un consolidamento per buona parte di Febbraio.
Il prezzo del gas naturale, similmente al petrolio greggio WTI, ha proseguito questa settimana il suo trend ribassista. Tuttavia, nelle ultime ore si è assistito a un primo tentativo di ripresa che ha condotto il prezzo sul target di 3,18 dollari dopo il test dei 3 dollari tondi.
Le prospettive resteranno comunque ribassiste finché il gas naturale non riuscirà a riportarsi sopra l’EMA a 200 giorni, che si trova attualmente a 3,38$. Un superamento di questo valore potrebbe garantire una spinta sufficiente ad approcciare infine il target intermedio di 3,5 dollari; qui si trova l’obiettivo rialzista più rilevante e probabilmente l’ultimo livello di recupero, se si considera che il mercato ha chiaramente perso lo slancio necessario a ritestare i massimi relativi di 3,8 e 4 dollari.
Per la chiusura di domani, attenzione comunque a nuovi arretramenti in grado di ritestare il supporto a 3 dollari tondi. Un break-out ribassista avvicinerebbe anche i target successivi di 2,8 e 2,65 dollari.
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Dopo la laurea in Economia Aziendale a Catania inizia a scrivere per diverse testate, prevalentemente di cultura, tecnologia ed economia. Con stretto riferimento alla collaborazione con FX Empire, iniziata nell’Aprile del 2018, ha curato una rubrica su analisi di premarket in Europa, prima di concentrarsi su analisi tecnica di materie prime, cambi valutari e criptovalute.