Il prezzo del petrolio greggio WTI rimane ribassista e il gas naturale supera i 3 dollari, ma potrebbe cedere terreno dopo i consueti ritracciamenti dai massimi.
Il prezzo del petrolio greggio WTI ha chiuso la scorsa settimana su nuovi minimi relativi verso i 66 dollari e nella giornata di ieri ha ripreso quota solo in misura marginale, senza invertire in alcuna maniera il trend ribassista in corso già da tempo.
Il gas naturale, invece, ha compiuto il balzo sopra i 3 dollari tondi. L’andamento tecnico di brevissimo termine vedrà la commodity in bilico tra il mantenimento dei rialzi e i ritracciamenti dai nuovi massimi.
Intanto, oggi al momento della scrittura, il petrolio greggio WTI segna 69,20 dollari al barile e il gas naturale passa di mano a 3,12 dollari.
Il prezzo del petrolio greggio WTI viene scambiato ancora in territorio fortemente ribassista, con scarse prospettive di un ritorno abbondantemente sopra il target di 70 dollari tondi. Questo valore tecnico rappresenta infatti il primo livello di resistenza,
Se però la commodity dovesse vivere una fase di recupero, allora potremmo ipotizzare un’estensione dei rialzi fino ai livelli di 71,5 e 72 dollari al barile. Allunghi più ampi di così appaiono improbabili per il brevissimo termine.
Data la tendenza ancora ribassista della commodity, non stupirebbe infatti un proseguimento all’interno dello scenario attuale, con nuovi arretramenti verso i minimi relativi già testati, a 66 dollari. Ulteriori ribassi potrebbero spingere il cross fino al target di 65 dollari al barile, con il rischio di nuovi e più ampi collassi verso l’area di ipervenduto.
Il prezzo del gas naturale, diversamente dal petrolio greggio WTI, rimane ancora in pieno territorio rialzista sopra i 3 dollari e potrebbe ora ritestare nuove resistenze. Il superamento di questo valore tondo e psicologico rappresentava l’obiettivo di brevissimo termine ancora per l’intero mese di Novembre e probabilmente per il resto dell’anno.
Tuttavia, pur testato con successo questo target dopo numerosi tentativi infruttuosi, possiamo attenderci nuovi arretramenti dopo l’ennesimo test dei 3 dollari tondi, da cui potrebbero partire ritracciamenti fino ai supporti (più volte testati) di 2,82, 2,70 e 2,65 dollari.
Solo un calo sotto quest’ultimo livello di prezzo potrà seriamente influire sull’andamento tecnico di breve termine per il gas naturale, avviando l’inversione di tendenza al ribasso.
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Alberto Ferrante è un editorialista finanziario specializzato in mercati valutari, materie prime e criptovalute. Dopo aver completato gli studi in economia, ha iniziato a scrivere per diverse testate, approfondendo temi legati ai mercati internazionali. Dal 2018 collabora con FX Empire, inizialmente curando una rubrica sulle analisi premarket in Europa. Nel tempo, il suo focus si è ampliato all’analisi tecnica dei principali asset finanziari, con particolare attenzione alle dinamiche dei cambi valutari, delle materie prime e delle criptovalute.Come Managing Editor di FX Empire Italia, monitora da vicino l’evoluzione dei mercati, combinando un approccio tecnico con l’analisi macroeconomica per offrire agli investitori una visione chiara e approfondita delle tendenze globali.