Il prezzo dell’Oro rimane debole per il secondo giorno consecutivo a causa delle prospettive aggressive della Federal Reserve. Resta comunque sul tavolo un taglio dei tassi a settembre che supporta la commodity.
Mercoledì, il prezzo dell’Oro sta estendendo la sua debolezza per il secondo giorno consecutivo, toccando i livelli più bassi da oltre una settimana. I commenti aggressivi espressi di alcuni funzionari della Federal Reserve hanno suggerito che è improbabile che la Banca Centrale statunitense riavvii il ciclo di taglio dei tassi in tempi brevi, data la resilienza dell’economia statunitense. Questo contesto ha sostenuto un modesto rialzo dei rendimenti obbligazionari statunitensi, che ha agito come un vento favorevole per il dollaro statunitense, pesando sul metallo giallo.
Allo stesso tempo, gli ultimi rilasci macro USA mantengono aperta la possibilità di un taglio dei tassi da parte della FED a settembre. Questo, insieme al rischio di un’ulteriore escalation delle tensioni geopolitiche in Medio Oriente e della prolungata guerra tra Russia e Ucraina, fornisce un certo supporto al prezzo dell’Oro, aiutando a limitare il ribasso.
I politici della Federal Reserve continuano a sostenere il mantenimento dei tassi più alti per un periodo prolungato, spingendo i rendimenti dei titoli del Tesoro USA più in alto e limitando il rialzo del prezzo dell’Oro. La governatrice della FED Michelle Bowman si è mostrata disposta ad aumentare i costi dei prestiti se l’inflazione dovesse rallentare, affermando che non siamo ancora al punto in cui è opportuno tagliare i tassi. Separatamente, il governatore della FED Lisa Cook ha osservato che sarebbe opportuno tagliare i tassi a un certo punto, anche se un aumento delle aspettative di inflazione implicherebbe il mantenimento della politica monetaria restrittiva più a lungo.
Comunque, come anticipato, le tensioni geopolitiche continuano a fornire supporto al prezzo dell’Oro. Il Ministero degli Esteri russo ha convocato l’ambasciatrice americana Lynne Tracy e ha incolpato gli Stati Uniti per un attacco in Crimea, affermando che “seguiranno sicuramente misure di ritorsione“. Inoltre, le preoccupazioni per una guerra totale tra Israele e Libano rimangono vive a causa delle crescenti tensioni sulle provocazioni di Hezbollah, contribuendo a limitare il ribasso del metallo giallo.
Al momento della scrittura il prezzo del metallo giallo quota 2.315,92 $, in ribasso dello 0,15% ed in pieno movimento di consolidamento ribassista dopo il superamento del livello annuale dei 2.321,14 $. Gli oscillatori dal punto di vista giornaliero hanno nuovamente iniziato a guadagnare trazione negativa, suggerendo che il percorso di minor resistenza per il prezzo dell’Oro è verso il basso. Confermato il ribasso, i prossimi due target SHORT sono rispettivamente i 2.300 $ e i 2.290 $.
Viceversa, un qualsiasi movimento positivo significativo dovrà prima scontrarsi con il livello annuale dei 2.321,14 $, il cui superamento permetterebbe al prezzo dell’Oro di avere la forza necessaria per poter raggiungere il livello annuale dei 2.361,77 $.
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Consulente Finanziario Indipendente, laureato in Scienze Economiche e specializzato in Corporate Finance e Value Investing. Esperto in analisi tecno-grafica e fondamentale dei mercati, supporta gli investitori nel raggiungimento dei loro obiettivi finanziari attraverso una sana pianificazione basata sul valore reale dell'economia.