Dopo l’ultima settimana fortemente negativo, il Petrolio WTI si presenta ai nastri di partenza con un dollaro americano ancora in forze e con le scommesse sul taglio della FED ormai annullate.
Lunedì il prezzo del Petrolio WTI hanno ancora risentito delle effetto dollaro americano, il quale si è fortemente apprezzato dopo gli ultimi rilasci super sull’occupazione della più grande economia mondiale. L’aumento di 353.000 unità nel mese di gennaio del dato NFP, il quale ha raddoppiato le aspettative degli economisti e ha visto qualsiasi prospettiva di tassi di interesse più bassi da parte della Federal Reserve a marzo praticamente annullata.
Ciò è andato a vantaggio del dollaro americano, che ha reso la vita estremamente difficile all’Oro nero, il quale ha chiuso la settimana con una perdita del 7,44%.
È ovviamente discutibile che un’economia che crea posti di lavoro al ritmo attuale degli Stati Uniti non sarà probabilmente una notizia così terribile per la domanda di energia in sé.
La sfera energetica si trova anche di fronte alla prospettiva di un’offerta piuttosto abbondante da parte di Paesi sia all’interno che all’esterno dell’OPEC che soddisfano la domanda globale incerta mentre le economie industriali combattono l’inflazione e il caos provocato dalle catene di approvvigionamento a causa del Covid. La Cina, il principale importatore di greggio, è motivo di particolare preoccupazione in questo particolare contesto.
Comunque, il Petrolio WTI rimarrà vulnerabile al contesto geopolitico poiché le conseguenze del conflitto a Gaza e in Ucraina hanno entrambe il potenziale per provocare interruzioni dell’offerta in qualsiasi momento. Tuttavia, si sta entrando in una fase relativamente tranquilla per quanto riguarda i dati economici, visto che la tempesta Banche Centrali è finita.
Al momento della scrittura il prezzo dell’Oro nero quota 73,27 $, in rialzo settimanale dell’1,26% e in procinto di iniziare un movimento rialzista dopo il break-out rialzista dal livello annuale dei 72,80 $; potrebbe iniziare effettivamente una correzione long fisiologica dopo il crollo dell’ultima settimana, con il livello annuale dei 75,60 $ come obiettivo principale.
Al ribasso, un posizionamento al di sotto dei 72,80 $ confermerebbe il momentum ribassista, portando gli orsi ad aumentare di conseguenza la propria pressione al fine di continuare la tendenza short in atto e raggiungere almeno il supporto dei 71,15 $, unico grosso ostacolo prima di raggiungere il livello annuale dei 70,33 $.
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Consulente Finanziario Indipendente, laureato in Scienze Economiche e specializzato in Corporate Finance e Value Investing. Esperto in analisi tecno-grafica e fondamentale dei mercati, supporta gli investitori nel raggiungimento dei loro obiettivi finanziari attraverso una sana pianificazione basata sul valore reale dell'economia.