Pubblicita'
Pubblicita'

Investire nell’energia generata dal moto ondoso: ecco come fare

Da:
Fabio Carbone
Aggiornato: Oct 12, 2023, 13:41 GMT+00:00

Investire nell'energia generata dal moto ondoso, scopri come fare e tutte le altre possibilità: correnti oceaniche, movimento delle maree.

Investire nell'energia generata dal moto ondoso

In questo articolo:

Potrà un giorno l’energia del moto ondoso essere un trend di investimento a sé stante? Con questa guida introduttiva all’argomento come investire nell’energia generata dal moto ondoso, proviamo a capirlo.

Partiremo dallo spiegare cos’è l’energia del moto ondoso, vedremo alcune applicazioni pratiche e cercheremo di mettere sul tavolo alcuni scenari futuri possibili (e auspicabili) che potrebbero cambiare il modo in cui ci approvvigioniamo di energia.

Cos’è l’energia del moto ondoso?

Per comprendere cos’è l’energia del moto ondoso dobbiamo addentrarci un po’ nella fisica, ma la facciamo semplice. Tutte le tecnologie in fase di sperimentazione tentano di sfruttare l’energia cinetica contenuta nel movimento delle onde del mare per derivarne energia.

Il movimento delle onde è dovuto all’azione del vento sulla superficie del mare, il quale si somma nel tempo per dare vita al moto superficiale periodico. Tale movimento, però, diminuisce in profondità fino a scomparire.

L’energia del moto ondoso è considerata una forma di energia alternativa rispetto alle tradizionali basate su combustibili fossili e nucleare ed è rinnovabile.

Tra le fonti di energia rinnovabile è la più recente in termini di sperimentazione e quindi anche quella meno nota ed esplorata sotto più aspetti, non ultimo quello finanziario a scopo di investimento.

Wave Energy: quali sistemi di generazione esistono?

I sistemi che provano a sfruttare l’energia “immagazzinata” nelle onde del mare sono definiti Wave Energy Converter (WEC) e si basano su tre tecnologie che a loro volta sfruttano tre principi della fisica differenti.

  1. Wave Activated Body (WAB): si sfrutta il movimento che le onde imprimono su un corpo, il quale a sua volta lo trasmette a un sistema capace di convertire l’energia cinetica (o meccanica) in energia elettrica utilizzando turbine o convertitori elettrici.
  2. Overtopping: utilizzando delle barriere frangiflutti, l’acqua che sfiora la barriera viene accumulata in una vasca e da qui l’acqua marina scorre attraverso una turbina idraulica.
  3. Oscillating Water Column (OWC): utilizza la periodica variazione di livello di una colonna d’acqua che si viene a creare all’interno di una camera collegata al mare, che a sua volta comprime una massa d’aria per azionare in fine un turbogeneratore.

Tutte queste soluzioni sono a un livello sperimentale e pre-commerciale, quindi è per ora difficile capire quale tecnologia diventerà preponderante. Anzi, potrebbero anche essere scavalcate da altre soluzioni più ingegnose nel caso dovessero emergere in futuro.

Tidal Stream: l’alternativa tecnologica matura

Oltre le tecnologie sopra menzionate emerge la tecnologia Tidal Stream, basata su sistemi di generazione di energia marina da flusso di marea. Quindi non basata sul moto ondoso, ma sui movimenti mareali. Anche questa fonte è rinnovabile ed è in una fase più avanzata e già commercializzabile su vasta scala.

La tecnologia Tidal Stream sfrutta la formazione di correnti d’acqua orizzontali dovuti ai flussi di marea. Tali correnti verticali generano una variazione verticale del livello delle masse d’acqua marine che può essere trasformata in energia dai Tidal Energy Converter (TEC).

I TEC sono turbine tripala ad asse orizzontale in grado di operare sul fondale marino.

Ciò che rende questa tecnologia più pronta ed economicamente sostenibile, è la sua analogia di funzionamento con i principi che sono alla base dell’eolico.

Potrebbe interessarti: Quali sono i migliori investimenti green?

Le società quotate che fanno ricerca su moto ondoso e flusso di marea

Enel Green Power è la società del Gruppo Enel (ENEL) che esplora sia le tecnologie per derivare energia dal moto ondoso che per derivare energia dal flusso di marea.

Eni (ENI), la società petrolifera e multinazionale italiana, ha da lungo tempo avviato un progetto sperimentale per la generazione di energia elettrica dal moto ondoso. La sua soluzione utilizza una imbarcazione (una sorta di chiatta) con all’interno un sistema capace di generare energia elettrica.

Il progetto si chiama ISWEC e dopo una sperimentazione partita nel 2019 e durata fino a settembre 2022 a Ravenna, presso la piattaforma Eni PC80, la prima installazione a uso civile è stata condotta a 800 metri dalla costa di Pantelleria (febbraio 2023). Lo scafo misura 8×15 metri e può generare fino a 260 Kwp di energia elettrica a favore dell’autonomia dell’isola.

Secondo Eni la soluzione è idonea per piccole isole non collegate a rete elettrica, per piattaforme petrolifere e per tutte le altre infrastrutture offshore.

Le altre soluzioni per generare energia dal mare

Sempre Eni, in collaborazione con il Politecnico di Torino, ha dato vita al laboratorio MORE (Marine Offshore Renewable Energy Lab) dedicato allo sviluppo di tecnologie per sfruttare il modo ondoso, ma anche:

  • le correnti oceaniche;
  • le maree;
  • il gradiente salino;
  • migliorare eolico e solare offshore.

Energia dal mare e le potenziali soluzioni del futuro

Siamo in una fase molto “creativa” nel settore energetico. La necessità di ampliare il cosiddetto mix energetico e di rendere imprese, cittadini e intere nazioni indipendenti dal fossile hanno aguzzato l’ingegno. Ecco allora alcune potenziali soluzioni che nel futuro potremmo vedere applicate nella realtà o che in parte già lo sono in progetti sperimentali avanzati o commercializzati.

Idrogeno ed energia dal mare

L’idrogeno non è allo stato puro, servono gli elettrolizzatori per scindere l’ossigeno dall’idrogeno quando quest’ultimo è derivato dall’acqua. Produrre idrogeno richiede consumo di energia, produrre quello verde significa dedicare interi parchi eolici e campi fotovoltaici all’elettrolisi.

A ben pensarci non appare come la migliore delle soluzioni: consumare energia per produrre altra energia. Sfruttare l’energia “conservata” nelle maree, nelle correnti oceaniche e nelle onde potrebbe essere di grande aiuto nella generazione di idrogeno.

Qui una panoramica su come investire nell’idrogeno.

Imbarcazioni “alimentate” dal moto ondoso

Alcune aziende, tra cui l’italiana Baglietto spa, sperimentano l’uso dell’idrogeno a bordo nave per generare energia elettrica. Al momento serve collegare l’imbarcazione alla rete elettrica in porto (progetto Bzero) per caricare le batterie poste a bordo o usare il motore diesel per produrre l’energia necessaria alla scissione dell’acqua in idrogeno e ossigeno.

L’utilizzo della tecnologia Wave Activated Body a bordo delle navi più grandi potrebbe generare una quantità di energia sufficiente a garantire una maggiore autonomia e minori consumi di carburante nautico.

Ocean Power Technologies (OPTT), quotata negli USA, sperimenta veicoli a guida autonoma leggeri che possono essere ricaricati in mare aperto attraverso boe galleggianti dotate di pannelli fotovoltaici, mini eolico (guardare qui video) e sistemi di generazione dal moto ondoso. Con tecnologie WAB o altre, le boe marine possono produrre corrente elettrica (qui un esempio reale) sfruttando il moto ondoso per rifornire imbarcazioni a guida autonoma in mezzo al mare.

E chissà che un giorno non nascano, in mare aperto, dei punti di produzione e approvvigionamento di energia elettrica da moto ondoso per imbarcazioni full-electric.

Conclusione

Siamo appena agli inizi della navigazione per le tecnologie di produzione di energia elettrica dal mare, ma le soluzioni già messe in campo e altre in fase sperimentale sono promettenti su più fronti.

In particolare il moto ondoso e il movimento delle maree potrebbero garantire indipendenza energetica alle piccole isole con rilevanti risparmi in termini economici sul carburante acquistato per generare la stessa energia.

Le imbarcazioni di maggiori dimensioni potrebbero sfruttare il moto ondoso per immagazzinare energia nelle batterie poste a bordo e alimentare l’illuminazione e gli apparati elettronici risparmiando quantità di carburante nautico.

Piattaforme estrattive offshore e boe di segnalazione potrebbero essere tutte dotate di tecnologie per far derivare l’energia elettrica a loro necessaria dal moto ondoso.

Sull'Autore

Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.

Pubblicita'