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Investire nella fusione nucleare è possibile?

Aggiornato: Dec 29, 2022, 11:48 GMT+00:00

Investire nella fusione nucleare è possibile? Questa la domanda a cui proviamo a dare una risposta attraverso questa agile guida.

Investire nella fusione nucleare

Investire nella fusione nucleare è possibile? Questa la domanda a cui proveremo a dare una risposta completa in questa guida agli investimenti nei nuovi temi.

L’argomento fusione nucleare ha trovato l’opinione pubblica molto interessata ad ascoltare quanto avvenuto negli Stati Uniti presso il Lawrence Livermore National Laboratory. Il laboratorio è riuscito a produrre per la prima volta più energia di quanta ne sia servita per innescare il processo di fusione nucleare.

Non va dimenticato l’importante passo avanti fatto a inizio 2022 dal reattore JET (Joint European Torus) di Oxford che detiene il record di energia prodotta (59 megajoule).

Dunque il 2022 è stato sicuramente un anno fondamentale per la fusione nucleare. Ma, prima di pensare di investire è importante capire se già esiste un trend ben definito e come eventualmente potremmo investire in fusione nucleare.

Partiamo da qualche numero.

Gli investimenti nella fusione nucleare nel 2021 e 2022

Secondo quanto riportato da Il Sole 24 Ore ad ottobre 2022, sono più che raddoppiati gli investimenti in fusione nucleare negli ultimi tempi.

  • Investimenti fusione nucleare 2021: 1.871 milioni di dollari.
  • Investimenti fusione nucleare 2022: 4.860 milioni di dollari (stime ferme ad ottobre 2022).

Se rapportati al cumulato degli investimenti nel settore energetico nel corso del 2022, l’incremento rappresenta soltanto lo 0,4% degli investimenti che nel complesso toccano la cifra di 2.400 miliardi di dollari.

Le aziende conosciute e impegnate in questo settore sono 33 a livello mondiale. Di queste 23 sono nate negli ultimi 10 anni. La stima è per difetto, perché potrebbero essere attive altre aziende che per motivi strategici preferiscono mantenere un basso profilo.

Sempre Il Sole 24 Ore ci informa che i due terzi di queste società sono attive tra gli Stati Uniti e il Regno Unito. I due paesi, infatti, puntano molto sulla fusione nucleare e stanziano fondi ad hoc per la ricerca. Mentre il Regno Unito è il primo paese a essersi dotato di un quadro normativo completo e chiaro per favorire lo sviluppo del settore energetico basato sulla fusione nucleare.

Le tecnologie della fusione nucleare

Questi sono i numeri che ci dicono qualcosa in termini quantitativi, ma è importante avere anche qualche informazione sulle tecnologie della fusione nucleare. Le strade che al momento si battono sono essenzialmente due:

  • fusione nucleare a confinamento magnetico;
  • fusione nucleare a confinamento inerziale.

Una terza “via” si concentra sulla fusione nucleare catalizzata da muoni, ma sono le prime due quelle che attualmente offrono le maggiori speranze.

Il confinamento magnetico

La tecnologia a confinamento magnetico è quella sperimentata in Europa e dal 45% delle aziende impegnate nel settore.

Il JET di Oxford, attivo dagli anni ‘90, si basa su questa tecnologia. E si baserà sul confinamento magnetico anche il reattore sperimentale ITER in fase di costruzione in Francia a Cadarache. ITER è il naturale successore di JET e coinvolge 35 nazioni, tra cui l’Itali.

ITER dovrebbe entrare in funzione entro gli inizi del prossimo decennio. Il suo scopo è di accelerare la sperimentazione sulla fusione nucleare.

Il confinamento inerziale

Al confinamento inerziale lavorano i ricercatori del Lawrence Livermore National Laboratory, che per la prima volta ha prodotto più energia di quanta ne sia servita per innescare il processo (2,5 megajoule prodotti, utilizzando 2,1 megajoule di energia per l’innesco).

Facciamo notare che il centro di ricerca è nato negli anni 1950 per scopi militari legati agli esperimenti nucleari e che ancora oggi il centro di ricerca si occupa di esperimenti per scopi bellici, a cui ha affiancato obiettivi civili.

Quali sono i rischi della fusione nucleare e le scorie (che ci sono)

La fusione nucleare genera scorie radioattive. Tuttavia, sono infinitamente meno rispetto a quelle prodotte da una centrale a fissione nucleare attuale.

Anche sotto il profilo della sicurezza è giusto domandarsi se una centrale a fusione nucleare è sicura. La risposta è sì, è sicura. Lo è perché il reattore si spegne da solo in caso di guasto e non emetterebbe in atmosfera o nell’ambiente circostante radiazioni. La fusione nucleare, infatti, ha bisogno di essere alimentata costantemente affinché possa produrre.

Bisogna vedere la fusione come un camino a legna (ma a emissioni zero): se manca la legna il fuoco si spegne. Nelle centrali a fissione nucleare, invece, innescato il processo di fissione possono servire centinaia di anni prima che il reattore si spenga (e nel frattempo continuerà ad emettere radiazioni).

Quali sono le aziende che investono nella fusione nucleare?

L’italiana Eni spa è capofila in numerosi progetti legati alla fusione nucleare. Sotto un certo punto di vista la nostra multinazionale si è posta su un piano agnostico rispetto alla tecnologia.

Troviamo investimenti di Eni nel progetto europeo ITER, ma anche nel progetto americano Commonwealth Fusion Systems, una società spin-out del Massachusetts Institute of Technology di cui la multinazionale italiana risulta essere il maggiore azionista.

Per quanto riguarda le startup della fusione nucleare sono da osservare:

  • Helion Energy;
  • Zap Energy;
  • Tae Technologies.

La startup che ha raccolto più finanziamenti è Commonwealth Fusion Systems (CFS). Secondo il quotidiano La Repubblica, CFS in cassa ha 1,8 miliardi di dollari di finanziamenti raccolti da Google, Bill Gates e George Soros oltre che dalla già citata Eni.

La seconda per capitali raccolti è Tae Technologies con 1,2 miliardi di USD investiti ancora da Google, Chevron, il fondo sovrano del Kuwait e dalla giapponese Sumitomo Group.

In Helion hanno investito 500 milioni di USD Sam Altman di Open Ai, Peter Thiel cofondatore di PayPal.

Su Zap Energy hanno investito 200 milioni di dollari Chevron e Shell.

Da segnalare anche l’italiana NewCleo che ha raccolto 400 milioni di euro, ed è finanziata anche da Exor. Tuttavia, NewCleo si occupa di reattori a fissione nucleare di quarta generazione (i mini reattori).

Al nucleare di quarta generazione abbiamo dedicato un articolo separato che invitiamo a leggere.

Investire nella fusione nucleare è possibile?

Non per raffreddare l’entusiasmo, ma siamo ben lontani dalla concreta fattibilità di una centrale a fusione nucleare resa operativa per la produzione di energia elettrica ad uso industriale o residenziale.

Le centrali elettriche a fusione nucleare saranno, forse, il presente delle generazioni che vivranno sulla Terra a partire dalla seconda metà di questo secolo (ben oltre il 2050).

Nonostante la ricerca vada avanti dal secondo dopo guerra, si tratta di una delle sfide tecnologiche più impegnative in cui l’umanità si sia mai imbarcata. Ben più impegnativa del portare l’umanità sulla Luna.

Il tentativo è quello di innescare lo stesso processo delle stelle, ma sulla Terra. Abbiamo dimostrato che è possibile. Ora servirà tenere questo “camino a emissioni zero” sempre acceso e in grado di produrre molta più energia di quanta ce ne fa consumare per tenerlo acceso.

Per il momento dobbiamo “accontentarci” di investire nella transizione energetica. O di investire nell’idrogeno, il quale appare essere molto più alla portata dell’investitore comune, e con premesse tecnologiche decisamente più alla portata.

Sull'Autore

Scrittore web freelance dal 2013, scrive di crypto economy dal 2016 e di fintech e mercati azionari dal 2018. Scrive inoltre di economia digitale.Dal 2018 collabora per FXEmpire.it scrivendo di crypto e mercati azionari con particolare attenzione a Borsa Italiana. Inoltre, cura la pubblicazione di articoli formativi a cadenza domenicale per l'area Formazione del sito di FX Empire Italia.

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