Investire in ammoniaca verde, la materia prima che nei prossimi decenni potrebbe sostituire il petrolio o il gas naturale nei portafogli finanziari.
L’ammoniaca è una materia prima che conosciamo da secoli e il cui utilizzo industriale per lungo tempo ha fatto da spartiacque tra le nazioni più avanzate (quelle capaci di produrlo) e le meno avanzate.
Oggi giorno la molecola gassosa sta suscitando un certo interesse perché può essere usata come vettore per spostare l’idrogeno prodotto con l’ausilio delle fonti rinnovabili. Da qui l’interesse a investire in ammoniaca verde.
Siamo agli inizi di un percorso e qui intendiamo offrire alcuni accenni per consentire all’investitore di approfondire l’argomento.
Partiamo da un rapido ripasso su cos’è l’ammoniaca e su come viene prodotta. L’ammoniaca è una molecola principalmente gassosa priva di colore e pungente all’inalazione, composta da tre atomi di idrogeno e uno di azoto.
L’ammoniaca si forma in modo naturale attraverso il decadimento microbiologico della materia organica azotata, ma per l’uso agricolo e la produzione di materie plastiche viene prodotta su scala industriale attraverso vari processi di scomposizione e ricomposizione di varie molecole. Tuttavia tali processi sono altamente impattanti sull’ambiente per via dell’energia necessaria alla produzione essenzialmente tratta da combustibili fossili.
Come scritto in precedenza l’ammoniaca si compone di azoto e di idrogeno. Mentre l’azoto viene semplicemente estratto dall’aria, l’idrogeno deve essere estratto da altre molecole.
Il processo di produzione dell’ammoniaca verde prevede invece l’estrazione dell’idrogeno dall’elettrolisi dell’acqua. Il processo di estrazione è alimentato al 100% da energie rinnovabili che possono essere l’eolico e il fotovoltaico in primis.
Sin qui i processi di produzione dell’ammoniaca, ora vediamo a cosa serve l’ammoniaca per cominciare a capire i motivi che spingono altri investitori a investire in questo componente gassoso.
Prima di investire in ammoniaca verde dunque, ecco una lista dei campi di applicazione della molecola:
Poi ci sono i nuovi campi di applicazione e le nuove tecnologie per il suo utilizzo, che rappresentano quegli elementi che portano gli investitori early adopter a interessarsi dell’ammoniaca come materia prima su cui investire.
In un mondo che tenta di affrancarsi dalle fonti di energia fossile, l’idrogeno è una promessa ma il suo stoccaggio è un serio problema e una barriera che si tenta di superare in vari modi.
L’uso dell’ammoniaca per “stoccare” l’idrogeno verde prodotto per elettrolisi è una delle strade che si tenta di percorrere. Le sperimentazioni sono in corso e alcuni casi di utilizzo nella pratica hanno dimostrato la loro efficacia come vedremo a breve, tuttavia resta l’incognita del prezzo dell’intero processo che per ora è decisamente alto.
Il cracking (in italiano piroclàsi o piroscissione) è un processo chimico che sta riguardando anche l’ammoniaca. Il cracking dell’ammoniaca è in fase di sperimentazione da aziende come la spagnola Hydrogen Onsite (H2Site).
La società ha convalidato con successo il primo cracker di ammoniaca al mondo per la produzione di idrogeno a elevata purezza utilizzando una fuel cell PEM, ha scritto l’Ansa, a bordo di una imbarcazione.
In pratica l’imbarcazione ha caricato a bordo ammoniaca che, in un secondo momento, è stata scomposta per recuperare l’idrogeno in essa presente e da qui produrre l’energia elettrica necessaria per i sistemi ausiliari della nave sperimentale.
La soluzione usa dei reattori a membrana i quali, secondo la H2Site, sono capaci di garantire il massimo dell’efficienza e del recupero di idrogeno. Ma la soluzione è interessante anche per un motivo pratico e di costi, infatti, caricare a bordo direttamente l’idrogeno significherebbe dotare l’imbarcazione di sistemi di stoccaggio ben più complessi.
Questa è solo una delle soluzioni innovative che stanno rendendo l’ammoniaca un vettore di stoccaggio dell’idrogeno. L’obiettivo è utilizzare il “driver” si nel trasporto, che nella produzione di elettricità e di calore.
Altro progetto sperimentale in corso è CICERONEGreenNH3stud, guidato dalla spagnola Iberdrola (IBE), nel 2022 ha ricevuto 3,4 milioni di euro di finanziamenti dall’Unione europea per l’avvio di uno studio dedicato alla costruzione di una infrastruttura di fonti energetiche rinnovabili, un elettrolizzatore e la produzione di ammoniaca verde.
L’obiettivo è la realizzazione di una infrastruttura transfrontaliera europea per il trasporto dell’ammoniaca in forma gassosa. Il progetto prevede al termine l’installazione di 800MW di energia rinnovabile da fotovoltaico ed eolico da installare tra Italia e Spagna, un impianto di ammoniaca verde da 120 MW in Spagna e un terminale per l’ammoniaca e l’impianto di cracking a Rotterdam nei Paesi Bassi.
Il progetto è rivolto in particolare alle aree industriali rilevanti allo scopo di decarbonizzarle (fonte: rinnovabili.it).
Quando parliamo di ammoniaca la D’Amico International Shipping (DIS) è in prima fila tra le società italiane che si occupano del business. La società di navigazione con la sua flotta di navi può trasportare anche l’ammoniaca e infatti l’amministratore delegato Paolo D’Amico l’aveva accennato in una intervista rilasciata al MilanoFinanza.
Maire Tecnimont (MAIRE) è impegnata nella progettazione e costruzione d’impianti di produzione di ammoniaca. A inizio 2024 è stata annunciata la partecipazione della controllata Tecnimont nel progetto di realizzazione di un impianto di ammoniaca verde in Norvegia. La società italiana ha avuto l’incarico di progettare l’integrazione degli elettrolizzatori, l’unità di separazione dell’aria per la produzione di azoto, l’impianto di produzione di ammoniache e le strutture per lo stoccaggio e il carico delle navi.
Terza società quotata alla Borsa di Milano, e anche sull’indice Ftse Mib, è Snam (SRG), la quale attraverso la controllata al 100% Greenture vede nell’ammoniaca il “più probabile vettore per lo spostamento su lunghe distanze dell’idrogeno” com’è possibile leggere su ShippingItaly.it. Ma l’ammoniaca si presenta anche come combustibile navale che si assocerà al Gnl e al Bio-Gnl nei prossimi anni, andando a sostituire gli attuali combustibili fossili a uso nautico.
Nel settore agricolo troviamo Yara International (WKN), produttore, distributore e venditore di fertilizzanti.
AmmPower Corp (601A) è un produttore di energia pulita impegnato in particolare nella produzione di ammoniaca verde. La società vende anche fertilizzanti a base di ammoniaca verde, oltre al carburante per il trasporto marittimo privo di emissioni di CO2.
Ancora nel campo dei fertilizzanti troviamo CF Industries Holdings (CF), quotata al NYSE, è presente con suoi stabilimenti negli USA, Regno Unito e Canada. La società produce circa 10 milioni di tonnellate di ammoniaca all’anno.
Tornando in Canada troviamo FuelPositive (NHHH), una piccola impresa quotata in Borsa che sta muovendo i primi passi nella produzione di ammoniaca verde.
Ma quali sono gli ETF che investono in ammoniaca? Ebbene non troveremo esattamente un ETF dedicato alla molecola, mentre esistono ETF che includono una o più società legate a questo business.
Tra questi citiamo il ProShares UltraShort Basic Materials e anche l’iShares Select US Basic Materials ETF. Guardando all’uso dell’ammoniaca nell’agricoltura non possiamo che citare l’iShares MSCI Agriculture Producers Fund.
L’ammoniaca è una materia prima da cui non ti aspetteresti alcuna possibilità di trarne una esposizione del portafoglio finanziario per guadagnare, ma la febbrile ricerca di soluzioni tecnologiche che consentano all’umanità di affrancarsi dalle fonti fossili sta portando al centro della scena commodity che un giorno potrebbero prender il posto del petrolio e del gas naturale.
Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.