Il futuro della competitività in Europa secondo Mario Draghi. Ultima chiamata per l'Unione Europea prima di cedere la sua sovranità all'Asia.
Il piano Draghi per l’Unione Europea, se attuato, potrebbe passare come il nuovo piano Marshall per la ripresa dell’Europa. Il nome del piano presentato a Bruxelles presso la Commissione europea, lunedì 9 settembre 2024, è ufficialmente The future of European competitiveness.
Un piano per il rilancio della competitività da far rabbrividire gli obiettivi del Next Generation EU. Infatti, mentre quest’ultimo ha previsto circa mille miliardi di euro da spendere in circa 5 anni, il piano Draghi prevede di spendere ben 800 miliardi di euro l’anno. Una enormità.
Sarà capace l’UE di assumere sulle sue spalle la responsabilità di attuare un piano considerato cruciale per il suo futuro? Lo scopriremo nei prossimi anni, intanto concentriamoci sul testo e vediamo quali sono i punti salienti del piano Draghi per il futuro dell’Unione europea.
Investire. La vecchia Europa, forse anche a causa della sua età anagrafica elevata, ha smesso di guardare al futuro come si fa negli Stati Uniti e in Cina. Negli ultimi 25 anni ci siamo lamentati della crescita, ma allo stesso tempo abbiamo ridotto gli investimenti.
Senza investire non vi è innovazione e senza innovazione non si ha la crescita, dunque niente futuro. Volkswagen, che in Germania è costretta a chiudere due stabilimenti perché meno persone vogliono le sue auto (l’esubero si aggira sulle 500mila autovetture invendute), è in difficoltà per la scarsezza di investimenti in motori moderni.
Secondo il report redatto dal gruppo di studio di Mario Draghi, gli investimenti destinati alla produzione sono bassi, mentre il risparmio privato è alto. In particolare dopo la crisi finanziaria del 2007-2008, gli investimenti privati nell’UE sono cresciuti solo gradualmente mentre negli Stati Uniti sono stati impiegati a un ritmo decisamente più veloce.
Prima di poter investire 800 miliardi di euro l’anno, però, l’UE ha bisogno di superare i suoi impedimenti agli investimenti privati che il report di Mario Draghi così riassume:
Servono più investimenti, anzi, ne servono davvero tanti. Ma dove bisogna investire tutti i soldi auspicati dal piano Draghi? Gli ambiti di investimento sono ben noti agli investitori, ma li sintetizziamo qui sotto in forma di elenco.
La delocalizzazione degli ultimi decenni ha soltanto impoverito l’Europa costringendola a perdere la base della ricchezza che è la produzione. Il report sul futuro della competitività in Europa di Mario Draghi richiama l’UE a tornare alla produzione e a non basarsi soltanto sui servizi.
Abbiamo delocalizzato a tal punto che anche l’energia e le materie prime arrivano in gran parte da paesi extra-UE.
Se continuiamo di questo passo:
“Se l’Europa non riesce a diventare più produttiva, saremo costretti a scegliere. Non saremo in grado di diventare, allo stesso tempo, un leader nelle nuove tecnologie, un faro della responsabilità climatica e un attore indipendente sulla scena mondiale. Non saremo in grado di finanziare il nostro modello sociale. Dovremo ridimensionare alcune, se non tutte, le nostre ambizioni.” (Mario Draghi).
Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.