Guida completa alla scoperta di cos'è un Exchange Traded Fund ETF, le caratteristiche, i vantaggi e svantaggi nell'investire attraverso gli ETF. Focus anche sui CryptoETF.
La scorsa settimana abbiamo approfondito la conoscenza del MiFID II, questa settimana torniamo agli strumenti di investimento finanziario trattati in precedenti articoli educativi, per parlare di Exchange Traded Fund (ETF).
Scoprirai cosa sono gli ETF, le tipologie esistenti e quale profilo di investitore è più adatto ad investire in Exchange Traded Fund.
Come sempre partiamo dalle definizioni.
Partiamo quindi dal definire cos’è un Exchange Traded Fund (ETF), dicendo che con questo termine indichiamo un tipo di fondo d’investimento speciale che ha due caratteristiche principali:
In pratica un ETF è un fondo e una azione allo stesso tempo, perché ingloba le caratteristiche dei due strumenti finanziari.
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Lo strumento finanziario si potenzia assimilando i punti di forza dei fondi e delle azioni, che sono:
In buona sostanza un ETF consente all’investitore di diversificare il capitale investito come stesse investendo in un fondo e di avere la stessa trasparenza che offre la negoziazione in tempo reale delle azioni.
Gli scopi di utilizzo sono tanti ed articolati, ecco cosa puoi fare con gli ETF:
Gli ETF hanno caratteristiche malleabili e quindi si prestano ai seguenti tipi di investimento:
Le caratteristiche appena elencate, fanno sì che si possa investire in ETF anche nella forma di un piano di accumulo (PAC), senza doversi dissanguare perché il risparmiatore può effettuare anche versamenti periodici di piccolo taglio.
Gli ETF sono passivi, cioè replicano perfettamente l’andamento dell’indice di riferimento, quindi, se l’indice perde valore, perde valore anche l’ETF. I rischi da questo punto di vista non si riducono.
Discorso a parte merita l’ETF strutturato, il quale usa tecniche il cui scopo è perseguire rendimenti legati non solo all’andamento del mercato, ma anche ad altri fattori, tra i quali:
Un ETF strutturato permette di massimizzare le performance, infatti, accanto ai benefici dati dagli ETF, si aggiungono quelli di una gestione dinamica, dovuti a una metodologia di allocazione delle risorse del portafoglio trasparente.
Borsa Italiana, che gestisce la Borsa di Milano, ha creato il mercato ETFplus che si presenta in Italia come il mercato unico e regolamentato dove gli operatori trovano:
ETFplus nasce quindi per accogliere quegli strumenti finanziari assimilabili ai fondi, ovvero gli strumenti finanziari derivati cartolarizzati.
Non esistono, almeno al momento della pubblicazione di questa guida agli ETF, degli ETF di criptovalute.
A più riprese società statunitensi hanno presentato alla U.S. SEC richieste di poter istituire ETF di bitcoin: fino ad ora tutte le proposte presentate sono state bocciate.
Esiste però sul mercato Nasdaq svedese l’ETN Bitcoin che si può considerare una sorta di ETF di bitcoin. Il nome completo è Bitcoin Tracker EUR XBT Provider e come si comprende dal nome è in valuta euro. Ad emetterlo la società XBT Provider dal 5 ottobre 2015.
In questo caso si tratta di uno strumento finanziario completamente in linea con la regolamentazione MiFID II dell’Unione Europea, perché Nasdaq NSDX è in regola con la direttiva comunitaria.
D’altro canto è importante tenere in considerazione che un eventuale ETF di bitcoin, data la natura di replica passiva del sottostante degli ETF, espone altamente l’investitore alla volatilità tipica del bitcoin.
Sarà, quindi, più opportuno prima creare dei fondi e degli indici di benchmark regolamentati legati a più criptovalute e solo in seguito saranno possibili degli ETF di criptovalute.
Eccoci giunti al termine della guida agli ETF. Per comprendere al meglio l’andamento dei mercati, prima di investire in qualsiasi strumento finanziario, ti invitiamo a leggere cosa è la curva di rendimento inversa e perché è così importante per capire se si avvicina una crisi recessiva oppure no.
In alternativa leggi anche la guida agli indici asiatici.
Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.