Cosa sono i tassi di cambio? Segui la guida per apprendere i modi di quotazione dei tassi, i criteri del corso del cambio e le differenze tra i tassi.
In questo articolo educational comprenderai cosa sono i tassi di cambio, qual è il loro ruolo all’interno della politica monetaria, le differenze tra tasso di cambio fisso e variabile e più in generale toccheremo l’argomento dell’ERM (Exchange Rate Mechanism), il meccanismo dei tassi di cambio e di come l’area dell’euro si è dotato di un suo ERM nel passaggio dalle valute nazionali alla moneta unica.
Perché è importante capire come funzionano i tassi di cambio e il loro ruolo? Se vuoi investire nel forex, questo è uno dei primi meccanismi che dovrai apprendere per capire le regole dei mercati di cambio internazionali.
Buona lettura.
Detto con le parole della BCE, “un tasso di cambio è il tasso al quale è possibile scambiare una moneta con un’altra”.
Immaginiamo quindi di voler comprare 1 dollaro USA (USD) con 1 euro, al cambio reale potremmo ricevere (per 1 euro) 1,08 USD.
Il tasso di cambio è soggetto a continue variazioni secondo dopo secondo sui mercati dei cambi internazionali dove avvengono le negoziazioni di tutte le valute straniere: EUR/USD; EUR/GBP; GBP/USD; USD/JPY e così via.
Aggiungiamo un altro elemento alla comprensione: il corso del cambio. Esso non è altro che il prezzo del cambio che risulta dalla quotazione effettuata nel forex.
Le quotazioni sulle piazze di quotazione sono di due tipi:
I criteri del corso dei cambi, ci dice bankpedia.org, sono tre:
Giungiamo quindi ai tassi di cambio più ampiamente applicati alle monete nel corso della storia: eccoli nel dettaglio.
Il tasso fisso è quello conosciuto come tipo aureo o del gold standard, in cui ogni moneta nazionale era legata a un “dato contenuto aureo”. Ciò permetteva al momento del cambio tra due valute qualsiasi di guardare al rapporto tra il contenuto aureo delle due valute per stabilire il prezzo di cambio.
In alternativa il tasso fisso si stabilisce anche ancorando una moneta ad un’altra moneta, che a sua volta è ancorata all’oro. Questo era il metodo applicato fino al 15 agosto del 1971, quando il presidente Nixon annunciò che non sarebbe stato più possibile convertire il dollaro USA in oro.
Con gli Accordi di Bretton Woods seguiti alla seconda guerra mondiale, infatti, la politica dei cambi delle valute fu legata al dollaro che a sua volta era legato all’oro ad un prezzo fisso di 35 dollari ad oncia.
Con la proclamazione della non convertibilità del dollaro in oro, di fatto nascevano le valute fiat: le monete nate dal nulla. In seguito, nel 1973, gli Stati Uniti abbandonarono i tassi di cambio fissi per la loro moneta.
Quando invece il tasso di cambio si definisce flessibile?
Il cambio è flessibile quando “la variazione del corso dei cambi è affidata direttamente al mercato” scrive l’Enciclopedia della banca e della borsa online.
Questo è il tasso applicato oggi nel forex, quello che permette a migliaia di persone di operare e di guadagnare (delle volte perdere) operando sulle piattaforme dei migliori broker online.
Con i tassi di cambio flessibili, o fluttuanti, vengono meno le “parità ufficialmente dichiarate” (Enciclopedia delle scienze sociali dagli Stati: cambio) attraverso accordi internazionali. Il mercato decide quanto vale una moneta rispetto ad un’altra, è il libero mercato delle valute straniere.
Ma una parità recente è stata stabilita tra monete, ed è quella che riguarda il sistema monetario europeo.
Il meccanismo dei tassi di cambio è, con le parole di Investopedia, “un dispositivo utilizzato per gestire il tasso di cambio di una nazione rispetto ad altre valute e fa parte della politica monetaria di un’economia ed è utilizzato dalle banche centrali”.
Il meccanismo funziona sia con i tassi fissi che con quelli fluttuanti.
Ed ecco invece l’ERM europeo e come ha funzionato a partire dal 1979 fino al 1999, quando è stato sostituito dall’ERM II che introduceva la moneta unica.
Come preparazione all’introduzione della moneta unica, nel 1979 l’allora Comunità economica europea (CEE) introdusse un sistema per ridurre il tasso di variabilità e garantire così maggiore stabilità nei cambi tra valute dei paesi europei, prima del passaggio definitivo alla moneta euro.
Nasceva così il Sistema monetario europeo, anche se basato su valute diverse tra loro.
Nel 1999 prendeva vita il nuovo accordo tra gli Stati UE per fissare il prezzo delle singole monete all’euro. Questo meccanismo è alla base della conversione delle valute nazionali quali la lira, il marco tedesco, il franco francese, in euro, allorquando i rispettivi stati l’1 gennaio 2002 entrarono ufficialmente a far parte dell’area dell’euro.
Il trattato (accordo) ERM II è però più ampio e include anche gli Stati UE non appartenenti all’area dell’euro. In questo caso l’accordo stabilisce un range di fluttuazione della valuta nazionale rispetto all’euro per evitare eccessiva fluttuazione per l’appunto.
Ma a tale meccanismo partecipa solo la Danimarca con la sua corona danese, la quale ha aderito all’accordo l’1 gennaio 1999 fissando il prezzo della corona a 7,46038 per 1 euro, con una fluttuazione rispetto a questo tasso di cambio centrale compresa tra il ±15%. Altri membri UE non presenti nell’area dell’euro hanno preferito evitare di firmare l’accordo.
Per assicurare il range di fluttuazione massima, la banca centrale di quel paese deve monitorare la situazione e intervenire con l’acquisto o la vendita di valuta per rientrare nei margini previsti dall’accordo.
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Bankpedia.org: Tasso di cambio.
Banca Centrale Europea: Qual è il ruolo dei tassi di cambio?
Investopedia.com: Tassi di cambio fisso.
Difficile immaginare in pochi righi come avrebbe potuto essere il trading forex con un sistema aureo in cui una moneta legata all’oro fa da “garante” per le altre scollegate dal metallo prezioso.
Ciò che è importante sapere, è che le regole alla base dei tassi di cambio possono variare nel corso della storia per adattarsi alle mutate esigenze dell’agire economico dei popoli.
Nulla resta fisso appunto, neppure le regole che consentono alle persone di fare trading ora nel forex.
Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.