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Azioni ESG: ecco su quali puntano i grandi Fondi ESG

Da:
Fabio Carbone
Pubblicato: Jul 14, 2024, 05:35 GMT+00:00

Riportiamo l'analisi su alcune azioni ESG sulle quali puntano i grandi Fondi ESG. L'analisi va oltre per guardare all'economic moat delle azioni.

Azioni ESG

Avevamo già trattato in precedenza il tema di investimento legato alle azioni e agli ETF ESG, con un articolo approfondito in cui avevamo esposto in particolare le basi per iniziare a investire nel trend della sostenibilità ambientale, sociale e di governance societaria.

Ora riprendiamo quell’argomento per parlare delle azioni ESG sulle quali stanno puntando i grandi Fondi ESG internazionali. Tali fondi ci offrono dunque tanti spunti per comporre un portafoglio azionario orientato alla sostenibilità, senza necessariamente dover acquistare quote del fondo ma semplicemente i singoli titoli azionari in essi presenti.

Di sostenibilità, del resto, se ne parla tanto in questi anni e si continuerà a parlare di azioni ESG, poiché le aziende si orientano sempre più verso le esigenze degli investitori. Questi ultimi, infatti, stanno maturando una certa consapevolezza sull’importanza di avere nel portafoglio finanziario asset ESG.

Del resto, un pianeta gravato da cambiamenti climatici estremi non è conveniente neanche per gli investitori, da qui la spinta e le richieste avanzate alle società di orientarsi verso un futuro a zero emissioni nocive.

Quali sono i migliori fondi ESG del momento?

Di recente Morningstar ha individuato due fondi di investimento con un rating di sostenibilità elevato e da questi ha selezionato alcune azioni ESG che sono in cima alla classifica per impegno nei confronti dell’ambiente e del rispetto dei diritti sociali.

I fondi in questione sono i seguenti:

  • CSIF (Lux) Equity Emu ESG Blue DB Eur con Isin LU1809959270;
  • Comgest Growth Europe Eur Acc con Isin IE0004766675.

Non solo, i titoli sono stati selezionati anche in base alla strategia di investimento conosciuta come economic moat, o altrimenti detta moat investing. Ovvero una tecnica di investimento che punta ad analizzare una società quotata in Borsa, sotto il profilo dei vantaggi competitivi che ha rispetto ad altre società dello stesso settore industriale di appartenenza.

Dunque non presentiamo titoli che sono soltanto azioni ESG, ma anche titoli azionari legati a società che hanno un certo vantaggio competitivo rispetto ai competitor di settore.

Vediamo allora quali sono i nomi di queste azioni ESG sulle quali puntano i grandi Fondi ESG citati sopra e che sono selezionati da Morningstar seguendo i criteri di qualità del Morningstar sustainability rating.

Azioni ESG preferite dai grandi fondi specializzati in sostenibilità

Ecco qui di seguito, quindi, le azioni ESG preferite dai grandi fondi specializzati in sostenibilità ambientale, sociale e di governace. Sì, perché non bisognerebbe mai dimenticare che quando si parla di sostenibilità non si guarda soltanto al rispetto dell’ambiente, ma anche delle persone e a una eccellente gestione della società stessa nel suo insieme.

Stmicroelectronics (STM)

Stmicroelectronics (STM) è una società dei semiconduttori italo-francese che produce in particolare semiconduttori per il settore dell’automotive, dove può vantare una partnership commerciale con Tesla e alle società automobilistiche.

Inoltre STM è attiva anche nella produzione di microcontrollori. Ma in generale è la crescita nei chip per la fabbricazione di veicoli che pone la multinazionale in una buona posizione competitiva.

Da inizio 2024 il titolo ha perso il 14,05% in Borsa, tuttavia viene considerata una potenziale occasione di acquisto a sconto al netto dei rischi sempre presenti in un investimento.

Secondo gli analisti il target price è di 42,09 euro con rating “outperform”, mentre Morningstar assegna un fair value di 54,27 euro. L’economic moat è giudicato medio e il Morningstar rating è di cinque stelle.

L’ESG risk rating è A (91,56%), su una scala che va da A+ (migliore risultato ESG) a D- (peggiore posizionamento ESG).

Kering (KER)

Con Kering (KER) lasciamo il settore tecnologico per entrare nel settore del lusso. Kering è infatti un gruppo dell’alta moda e dei gioielli che annovera nel suo portafoglio i marchi Gucci, Saint Laurent, Bottega Veneta, Balenciaga, Pomellato, Ginori 1735 e molti altri ancora.

L’andamento del titolo in Borsa è ultimamente molto legata alle prestazioni negative del marchio Gucci a causa delle tensioni geopolitiche e di vendite sotto le attese in Cina.

Tuttavia il timore che Kering sia debole sotto il profilo strutturale non è considerato reale dagli analisti, mentre viene evidenziato che si tratta soltanto di una sottoperformance di tipo ciclico.

Dunque un investitore nel lusso sostenibile di lungo periodo dovrebbe guardare di più ai fondamentali della società e meno alla volatilità di breve periodo.

Secondo gli analisti il target price è di 364,3 euro con rating “hold”, mentre Morningstar assegna un fair value di 510 euro. L’economic moat è giudicato medio e il Morningstar rating è di cinque stelle.

L’ESG risk rating di Kering è B+ (73,85%), su una scala che va da A+ (migliore risultato ESG) a D- (peggiore posizionamento ESG). Dunque Kering si attesta un gradino sotto A-.

Coloplast (COLOB)

Coloplast (COLOB) è una società danese attiva nel settore sanitario. In particolare si occupa della produzione di dispositivi e indumenti per la cura della continenza e di dispositivi per le stomie, cioè interventi chirurgici su apparato urinario, danni ai reni, ecc.

La società detiene un vantaggio competitivo rispetto alle aziende competitor, poiché detiene un suo portafoglio brevetti. Questo gli permette di determinare i prezzi di vendita e di esercitare un potere contrattuale su ospedali e centri sanitari molto forte.

Il trend di lungo periodo dell’invecchiamento della popolazione gioca a favore del titolo che si occupa appunto di malattie che colpiscono persone in età avanzata o che grazie a determinati interventi chirurgici riescono a prolungare la propria vita.

Secondo gli analisti il target price è di 919,7 corone danesi (123,26 euro circa) con rating “hold”, mentre Morningstar assegna un fair value espresso in euro di 240 euro. L’economic moat è giudicato ampio e il Morningstar rating è di quattro stelle.

L’ESG risk rating di Coloplast è B (65,05%), su una scala che va da A+ (migliore risultato ESG) a D- (peggiore posizionamento ESG).

Sartorius Stedim Biotech (DIM)

Sartorius Stedim Biotech (DIM) è una società francese del comparto apparecchiature medicali e in particolare è specializzata nelle soluzioni monouso per la fermentazione biofarmaceutica e di soluzioni mediche per la gestione dei fluidi.

Secondo gli analisti di Morningstar la società ha una posizione di assoluto vantaggio nel suo settore di riferimento, grazie alle sue soluzioni ingegneristiche di elevata qualità.

La società ha anche una spiccata capacità nel gestire le normative sanitarie nei mercati in cui opera, caratteristica che la rende dunque in grado di operare su più aree geografiche senza intoppi burocratici o legali.

Lavora in particolare per le case farmaceutiche, sulle quali riesce a esercitare un forte potere contrattuale sui farmaci biologici.

Secondo gli analisti il target price di Sartorius Stedim Biotech è di 250,3 euro con rating “outperform” lievemente debole, mentre Morningstar assegna un fair value espresso in euro di 1.660 euro grazie a una crescita degli utili del 20% annuo per i prossimi cinque anni. L’economic moat è giudicato ampio e il Morningstar rating è di quattro stelle.

L’ESG risk rating di Sartorius Stedim Biotech è B (58,73%), su una scala che va da A+ (migliore risultato ESG) a D- (peggiore posizionamento ESG).

Concludendo

Le azioni ESG qui presentate vanno considerate come una sorta di “assaggio” del vasto paniere di società quotate in Borsa che si stanno impegnando in progetti di miglioramento della propria sostenibilità a 360 gradi.

Vi invitiamo a fare le vostre ricerche personali prima di investire in qualsiasi asset di rischio. Continua a leggere articoli di approfondimento interessanti attraverso la nostra sezione formativa.

Sull'Autore

Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.

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