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La querelle Mediaset-Vivendi

Pubblicato: Jul 29, 2016, 16:58 GMT+00:00

Sembrava una sinergia interessante. Un’operazione che avrebbe arricchito il panorama finanziario italiano e aperto un dialogo fecondo tra due realtà

La querelle Mediaset-Vivendi

Sembrava una sinergia interessante.
Un’operazione che avrebbe arricchito il panorama finanziario italiano e aperto un dialogo fecondo tra due realtà leader nella comunicazione.

Così, se l’accordo raggiunto nell’ottobre dello scorso anno prevedeva l’acquisto da parte di Vivendi della totalità della pay tv di Mediaset, il gruppo guidato da Vincent Bolloré ha recentemente dichiarato di non aver più intenzione di dar seguito a quanto siglato nel contratto stipulato con la società della famiglia Berlusconi, delineando, concretamente, una rottura unilaterale di un impegno assunto.

Sconcertata la reazione di Marina Berlusconi (presidente Fininvest, holding che controlla Mediaset), secondo la quale: “Sia Mediaset sia Fininvest hanno già espresso pubblicamente la loro valutazione sul fatto che un grande gruppo internazionale si sia permesso di stracciare un contratto valido e vincolante. È stato anche spiegato che cosa lascia intravvedere questo sconcertante ‘abbiamo scherzato’: il tentativo, nascondendosi dietro uno sbandierato disegno industriale, di garantirsi, in modo inaccettabilmente scorretto, una posizione di rilievo nell’azionariato di Mediaset”.

Quello cui si riferisce la Presidentessa è l’obiettivo ormai palese di Vivendi: operare una vera e propria scalata su Mediaset. A questo proposito, la società anonima parigina propone un piano alternativo che restringa il proprio impegno solo al 20% del capitale, con il chiaro intento di arrivare in tre anni a detenere il 15% di Mediaset; è sempre bene ricordare che la quota di Fininvest si attesta al 34,8%.

Un’inversione di rotta sarebbe figlia di un “business plan di Mediaset Premium irraggiungibile” che “avrebbe bisogno di essere rivisto seriamente al ribasso per essere realista”.

Questa la risposta di Mediaset: “Il business plan con le annesse assunzioni di base era in possesso di Vivendi fin da inizio marzo 2016, oltre un mese prima della firma dell’accordo vincolante. Tanto che l’analisi dei suoi contenuti da parte della società francese ha concorso in modo significativo alla definizione dei termini e delle condizioni del contratto firmato il successivo 8 aprile”.

La cui posizione appare cristallina, definendo la proposta di Vivendi come “irricevibile perché incompatibile con il contratto vincolante già firmato”. Messaggio giunto direttamente dal cda milanese.

Il piano di Bolloré per arrivare al 15% preverrebbe l’emissione di prestito obbligazione convertita che farebbe scendere Fininvest sotto la minoranza di blocco, con il chiaro intento di rendere Mediaset una società contendibile sul mercato.

Il gruppo Mediaset ha le idee chiare, infatti gli amministratori adotteranno “tutte le opportune azioni finalizzate ad ottenere l’adempimento del contratto da parte di Vivendi e, in caso di inerzia di quest’ultima, di agire in sede civile ed eventualmente anche penale a tutela degli interessi della società”.

Sull'Autore

Lorenzo Cuzzanicontributor

Dopo gli studi in Giurisprudenza frequenta un corso in mercati finanziari fortemente orientato all’apprendimento del trading sul Forex. Il “Dealing on Foreign Exchange Market –FOREX-“ gli fornisce gli strumenti per iniziare il percorso di trader, ambito in cui è attivo con particolare attenzione alle medie mobili.

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